20 Giugno 2020
In questo post spieghiamo perché è importante migliorare le nostre abitudini di mobilità, (anche senza l’uso di MUV) fornendo 6 (+1) informazioni utili.
Sono noti i rischi di una vita sedentaria e quali sono le conseguenze dell’inquinamento per la nostra salute e per quella del nostro pianeta.
Già prima dell’emergenza Covid-19 i trasporti erano la fonte di CO che cresceva più rapidamente e se dovessero essere confermati gli studi che correlano la diffusione dell’epidemia con le polveri sottili allora è decisamente arrivato il momento di agire.
L’obesità è una delle principali cause di morte prevenibile a livello mondiale e l’aumento del tasso di mortalità negli ultimi decenni è imputabile a uno stile di vita sempre più sedentario.
L’aumento di peso è determinato da un apporto di energia alimentare, misurata in chilocalorie, superiore rispetto a quanto necessario a compensare il dispendio energetico consumato durante le attività quotidiane.
Negli ultimi decenni il mondo è stato testimone di:
Ciò significa che ci sono due potenziali driver dell’aumento dei tassi di obesità negli ultimi decenni:
È evidente dunque che entrambi gli elementi abbiano un ruolo nell’aumento dell’obesità.
Il livello dell’inquinamento atmosferico è tale da diventare la principale causa ambientale di mortalità prematura a livello mondiale e l’aumento della mortalità nel ventunesimo secolo, sia nei paesi BRIICS (Brazil, Russia, Indonesia, China, SA) sia nei paesi OECD (Organization for Economic Co-operation and Development), è imputabile alla crescita della popolazione e allo sviluppo economico.
In alcune città le concentrazioni di inquinamento atmosferico, specie in Asia, superano già di molto i livelli di sicurezza definiti dall’OMS.
Se osserviamo le cose da un punto di vista più ampio (basti vedere la figura sopra) i tassi di mortalità, negli ultimi decenni, sono aumentati su tutta la linea, con le principali eccezioni tra quelle già gravate dai tassi più elevati.
Il Terzo Rapporto dell’IPCC introduce i 5 motivi di preoccupazione (RFC) che illustrano le conseguenze del riscaldamento globale per le persone, l’economia e gli ecosistemi.
Questa letteratura è stata utilizzata per esprimere una valutazione basata sul parere di esperti riguardo i livelli di riscaldamento globale rispetto ai quali i livelli di impatto e/o di rischio sono impercettibili (bianco) moderati (giallo), alti (rosso) o molto alti (viola).
RFC1 Sistemi unici e minacciati: sistemi ecologici e umani che hanno un’estensione geografica limitata, vincolati a specifiche condizioni climatiche con un alto endemismo. Ne sono un esempio le barriere coralline, l’Artico e le sue popolazioni indigene, i ghiacciai montani e le zone ad alta concentrazione di biodiversità.
RFC2 Eventi meteorologici estremi: rischi/impatti per la salute umana, i mezzi di sostentamento, i beni e gli ecosistemi causati da eventi meteorologici estremi come ondate di calore, precipitazioni intense, siccità e correlati incendi boschivi, e inondazioni costiere.
RFC3 Distribuzione degli impatti: rischi/impatti che colpiscono in maniera sbilanciata particolari gruppi a causa della distribuzione diseguale dei pericoli fisici legati ai cambiamenti climatici, dell’esposizione o della vulnerabilità.
RFC4 Impatti globali cumulativi: danni economici globali, degradazione e perdita di ecosistemi e biodiversità su scala globale.
RFC5 Eventi eccezionali su vasta scala: si tratta di cambiamenti relativamente grandi, improvvisi e a volte irreversibili causati dal riscaldamento globale. Ne è un esempio la fusione delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide.
Sappiamo bene che i trasporti svolgono un ruolo essenziale nella società e la qualità della nostra vita dipende anche da un sistema di trasporto pubblico efficiente e accessibile.
Allo stesso tempo rappresentano la principale fonte di emissioni di CO2 da petrolio con una crescita quasi lineare nell’arco di cinque decenni.
Fonte
Le emissioni totali di gas a effetto serra generate dai trasporti sono suddivise in trasporti stradali, aviazione, trasporto marittimo e ferrovie.
Nel 2017, il trasporto su strada è stato responsabile di quasi il 72% delle emissioni totali di gas a effetto serra prodotte dai trasporti, il cui 44% proveniva da autovetture, il 19% da veicoli pesanti e il 9% da veicoli commerciali leggeri.
Fonte
L’esposizione all’inquinamento atmosferico, e in particolare al biossido di azoto (NO2), può causare gravi effetti per la salute quali ipertensione, diabete, malattie cardiache e cardiovascolari e persino la morte.
Per esaminare la relazione tra l’esposizione a lungo termine a NO2 e la mortalità per coronavirus è stata condotta un’analisi combinata con il numero di casi di morte prelevati da alcune regioni in Italia, Spagna, Francia e Germania.
I risultati mostrano che su 4.443 casi di mortalità, 3.487 (78%) erano in 5 regioni situate nel nord Italia e nella Spagna centrale. Le stesse regioni che mostrano le più alte concentrazioni di biossido di azoto combinate con un flusso d’aria verso il basso che impedisce la dispersione dell’inquinamento atmosferico.
Da settembre 2018 MUV ha contribuito a modificare le abitudini di mobilità di circa 5.000 cittadini europei che, oltre ad aver registrato 260.000 km percorsi in modo sostenibile, hanno migliorato in media la propria carbon footprint del 32% (impatto certificato ai sensi della normativa ISO 14064-2-2019).
Un passo dopo l’altro cambiamo il mondo. Insieme. Giocando.
Hanno già trasformato i colleghi in atleti della mobilità sostenibile e contribuito attivamente a ridurre le emissioni i dipendenti di INAIL, LIST, ISPRA, Fondazione Unipolis, Fondazione CRT e tanti altri.
Che si tratti di un progetto di sostenibilità per i dipendenti o di sponsorship per i nostri campioni, la partita del cambiamento la giocano anche aziende e organizzazioni.